martedì 30 marzo 2010

http://giulygala.blogspot.com/2010/03/da-storie-di-vita.html

Qua e là

Di giorno..di notte..
Di qua.. di là…
Sento la vita che passa e và…
Corro sempre più forte come un atleta,
carico di patema,
continuo correre
cercando una meta.
Sempre trafelata…
Col fiato sospeso…

La poetessa

Giuliana Galante

giovedì 18 marzo 2010

i Sufi, la calligrafia araba

La Calligrafia
Poiché il Corano proibisce la rappresentazione realistica di esseri animati, l'Islam ha sviluppato, più delle culture precedenti, l'architettura e l'arte calligrafica piuttosto che quella pittorica e scultoria.
Arte sacra per eccellenza, la calligrafia richiede all'amanuense di comporre sotto una diretta ispirazione divina. E' quindi un'arte sviluppata soprattutto nell'ambito del Sufismo, dove il calligrafo, oltre agli insegnamenti tecnici, formali e artistici, segue anche una disciplina interiore sotto la guida di un maestro Sufi.
L'arte della calligrafia trae il suo prestigio dal suo scopo di comunicare la Parola di Allah e gode di riferimenti al Corano
Si sviluppa nel secondo secolo dell'era islamica e diventa presto l'arte più preziosa. E' l'arte islamica per eccellenza: in effetti è uno delle due "arti Coraniche" insieme con la recitazione del Libro Sacro.
Il calligrafo godeva di una posizione d'onore e di dignità al di sopra dal pittore. Persino i re cercavano un merito religioso scrivendo il Corano. I libri arabi di storia e di letteratura ci hanno tramandato i nomi di diversi calligrafi mentre rimangono in silenzio nel caso degli architetti, pittori o artigiani.
La calligrafia è l'unica arte araba che possiede oggi rappresentanti cristiani e musulmani a Istambul, Cairo, Beirut e Damasco le cui produzioni sorpassano in eleganza e bellezza qualsiasi capolavoro del passato.
Il fatto che l'arte della calligrafia araba sia in grande parte opera di non arabi (egizi, berberi, persiani, turchi, ecc. ) testimonia della potente spinta culturale che l'Islam ispira ai popoli convertiti.
La scrittura araba pre-islamica era leggibile soltanto da chi sapeva parlare l'arabo. In effetti più lettere distinte erano scritte nello stesso modo. Era il senso della frase a fare capire come leggere tali lettere.
Quarant'anni circa dopo la morte del Profeta (s.A.'a.s.), la necessità di poter fare leggere il Corano in arabo (per tutti i riti religiosi) ai non arabi e di impedire errori di recitazione anche da parte di arabi poco colti incitarono Al-Hajjaj, governatore di Mu'awiya e ex maestro di scuola, ad avviare una riforma ortografica con l'introduzione dei punti diacritici per distinguere tali lettere (ba, ta e tha, dal e dhal, ecc ) e dei segni di vocalizzazione ( dammah, fathah, kasrah ) presi dal siriaco.
Proponiamo, per rendere visibile la differenza, una lettera che il Profeta (s.A.'a.s.) fece scrivere al governatore di Bahrain:
e un testo con l'ortografia riformata.
Come le altre lingue semitiche l'arabo si scrive da destra verso sinistra, perché il musulmano inizia ogni azione con la destra.
Il punto, una volta definito, viene usato come unità di misura per determinare la proporzione fra altezza e larghezza di ogni singola lettera.
Per rendervi conto della versatilità della calligrafia araba guardate cinque modi di scrivere "assalamu alaikum, la pace sia con voi".
Tratto da: http://www.sufi.it/Islam/calligrafia.htm